Abruzzo in zona arancione a partire da lunedì
È stato determinante il bollettino di mercoledì 19 gennaio. Le soglie relative ai tre parametri che definiscono il passaggio dell’Abruzzo in zona arancione sono state raggiunte. Oltre alla crescita dell’indice Rt, i numeri degli indicatori che riguardano l’occupazione degli ospedali e i posti letto in terapia intensiva.
L’incidenza dei nuovi casi settimanali sul campione di centomila abitanti aveva già compromesso la permanenza in zona gialla. L’Agenas ha monitorato giornalmente l’andamento delle ospedalizzazioni e ha registrato l’inevitabile escalation della percentuale dei parametri restanti. Come prevedibile già la scorsa settimana, nel pomeriggio di oggi la cabina di regia dell’Istituto Superiore di Sanità prenderà atto della stretta. Il Ministro Speranza firmerà l’ordinanza che porterà l’Abruzzo al livello 2 dell’allerta Covid a partire da lunedì 24 gennaio.
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I parametri nel dettaglio
La sorte dell’Abruzzo è stata decisa dal bollettino di mercoledì 19 gennaio: 11 pazienti in più in area medica per un totale di 411 ed 1 in più in terapia intensiva, per una percentuale di occupazione, rispettivamente, del 31% e del 20% (le soglie sono fissate al 30% e al 20%).
Stando invece al bollettino di ieri, i dati sono ulteriormente peggiorati. 7 nuovi ricoveri in area medica e 3 unità aggiuntive in intensiva. Percentuali ad oggi fissate, rispettivamente, al 32% e al 22%.
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Zona arancione, cosa cambierà a partire da lunedì
Buone notizie per i vaccinati che hanno completato i tre cicli di somministrazione o per chi è guarito dal virus. Non ci saranno, di fatto, cambiamenti di sorta.
Non si può dire lo stesso per i non vaccinati.
Non sarà infatti loro consentito uscire dal proprio Comune di residenza, se non per motivi di necessità. Non si potrà accedere ai centri commerciali nei giorni festivi e prefestivi (eccetto alimentari, edicole, librerie, farmacie, tabacchi). E ancora, non sarà consentito viaggiare in aereo, treno, nave, traghetto, autobus e pullman di linea che collegano più di due regioni. Niente accesso agli impianti di risalita nei comprensori sciistici, corsi di formazione in presenza, accesso da visitatori a strutture sanitarie, socio-sanitarie, residenziali, socio-assistenziali e hospice. Non si potrà consumare al banco, né al tavolo, frequentare palestre e piscine, né alloggiare in strutture ricettive.
Off limits anche sport e cultura. No all’accesso a spettacoli aperti al pubblico in sale teatrali, sale da concerto, sale cinematografiche, locali di intrattenimento e musica dal vivo e in altri locali (con capienza al 100%), no a sport di squadra e di contatto.
Vietata la partecipazione ad eventi e feste religiosi, nonché a mostre, musei e altri luoghi della cultura (compresi archivi e biblioteche). Stessa cosa per eventi e competizioni sportivi in stadi e palazzetti (capienza del 35% al chiuso e del 50% all’aperto), congressi, convegni, sagre e fiere.
Non si potrà infine recarsi nei parchI a tema e parchi divertimento, nei centri termali (salvo che per livelli essenziali di assistenza e le attività riabilitative o terapeutiche) e nelle SPA, nelle sale gioco, sale scommesse, sale bingo e casinò, centri culturali, centri sociali e ricreativi.
Per i dettagli consulta qui la tabella delle restrizioni stabilite dal Governo.