Roma. Lo stop alla pubblicazione dei dati giornalieri sul Covid-19 è “un passo indietro sulla trasparenza”.
Va “ripristinata immediatamente” a beneficio della comunità scientifica e della popolazione. Questo la richiesta che la Fondazione Gimbe ha inoltrato al Ministero della Salute, affinché i dati sull’andamento della pandemia restino “patrimonio comune”.
Gimbe rende anche noto che nella settimana dal 26 ottobre al 1 novembre, la media delle somministrazioni delle quarti dosi ha visto un forte calo del 25,3%: ne sono state fatte 27.680 al giorno, rispetto alle 37.031 della scorsa settimana. Sono 6,8 milioni le persone di età superiore a 5 anni che non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino contro il Covid.
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Il Ministero della Salute, il 28 ottobre ha disposto la sospensione della pubblicazione giornaliera del bollettino della pandemia di Covid-19 che sarà reso pubblico a cadenza settimanale. Dal 30 ottobre risulta quindi interrotta anche la pubblicazione quotidiana dei dati grezzi sul repository ufficiale e dal 29 il monitoraggio dell’Agenzia Nazionale dei Servizi sanitari regionali (Agenas) sull’occupazione dei posti nelle terapie intensive. Al momento, pertanto, la Fondazione Gimbe “è impossibilitata a garantire il monitoraggio indipendente condotto a beneficio della cittadinanza, delle Istituzioni e degli organi di informazione negli ultimi due anni e mezzo”.
“È inaccettabile – spiega Nino Cartabellotta, presidente Gimbe – che il pubblico accesso al patrimonio comune dei dati quotidiani sulla pandemia venga interdetto dal Ministero della Salute, con un anacronistico passo indietro sulla trasparenza. Per questo la Fondazione Gimbe ha inviato al Ministro Schillaci una richiesta di ripristino immediato della pubblicazione giornaliera dei dati, che devono essere disponibili non solo ‘alle autorità competenti’ ma anche alla comunità scientifica e alla popolazione intera”.