Una nuova variante. Dopo le svariate mutazioni del virus originario, dall’india giunge in Italia una versione inedita della struttura del Covid. E0 stata sequenziata per la prima volta in Italia lo scorso 30 marzo, a Firenze. La comunità scientifica sta indagando; le principali domande senza ancora una risposta sono le stesse che si sono rincorse nel corso degli ultimi mesi, in altri contesti di varianti. Tasso di mortalità, contagiosità e resistenza ai vaccini.
Il paziente zero nel quale è stata accertata questa variante inedita si trovava a ottobre scorso nel Maharashtra, stato dell’India centro-occidentale. Da allora le mutazioni si sono differenziate in E484Q e L452R; quest’ultima, legata alla proteina spike, potrebbe, ma non è stato accertato, aumentare il grado di contagiosità del Covid. La prima potrebbe invece incidere sulla risposta immunitaria dell’organismo, riducendo l’efficacia del vaccino.

Variante indiana, il pericolo dagli aeroporti
Ieri, a Fiumicino, allo sbarco dei passeggeri di rientro dall’India, gli operatori aeroportuali hanno rintracciato 23 persone positive al virus. Il paese asiatico ha fatto registrare il record di contagi lo scorso 28 aprile, con 360.960 nuovi contagi nell’arco di 24 ore. Si attesta la presenza della variante in 17 paesi del mondo. L’OMS ribadisce una relativa preoccupazione in merito a “mutazioni associate a una maggiore trasmissione e una minore capacità di neutralizzare il virus con alcuni trattamenti con anticorpi monoclonali”.

Leggi anche: Covid, indice Rt a 0,78: dalla mezzanotte di oggi tutto l’Abruzzo sarà giallo (o quasi)
Come riportato ieri da Adnkronos, secondo una prima ricognizione sulla variante, la sintomatologia sarebbe pressoché la stessa del virus originario, salvo un’intensificazione degli stessi. Non si esclude che i tempi di guarigione possano essere più lunghi, proprio in ragione di una maggiore aggressività sull’organismo.
La variante egiziana nel chietino
Attenzione però, perché stando a quanto riportato ieri in serata da alcuni tra i più importanti quotidiani nazionali, l’Abruzzo è sotto la lente d’ingrandimento dopo l’individuazione di una rara mutazione del virus in occasione dell’attività di sequenziamento presso il laboratorio di Genetica Molecolare dell’Università di Chieti. Due casi sospetti, i cui esami hanno prodotto il riscontro della variante C.11.
I soggetti in questione sono da poco rientrati da un viaggio in Egitto, in compagnia di un’altra decina di persone, anch’esse risultate positive al Covid. Dal laboratorio hanno fatto sapere che “all’interno della sequenza è presente una mutazione che è la stessa che si trova nella sudafricana e nella brasiliana. Non è comunque tra quelle al momento segnalate come pericolose”. Ad oggi nel mondo sono stati accertati 493 casi.