LA NUOVA BOZZA TRASMESSA ALLE REGIONI
Si è tenuto nel pomeriggio di ieri l’incontro di vertice a Palazzo Chigi, in materia di provvedimenti a contrasto della diffusione del virus. Oltre al presidente del Consiglio hanno presenziato i rappresentanti della forze politiche di maggioranza Roberto Speranza, Maria Stella Gelmini, Stefano Patuanelli, Giancarlo Giorgetti, Dario Franceschini e Elena Bonetti.

CHIUSURE E DIVIETI
La bozza del Nuovo Dpcm, il primo dell’era Draghi, è stata diffusa alle Regioni, che provvederanno ad apporre le proprie considerazioni. Nonostante la conferma del sistema delle fasce, il governo mette in agenda un tavolo tecnico per rivedere i parametri. Il prossimo DPCM avrà effetto a decorrere dal prossimo 6 marzo, fino al 6 aprile. In quest’arco temporale il regime delle restrizioni si farà rigido. Per le aree in zona rossa vigerà il divieto di apertura per barbieri, parrucchieri e centri estetici. Chiuse le palestre e le piscine, mentre sarà consentita la pratica dello sport all’aperto. Va da sé che il fermo agli impianti sciistici fino al prossimo 6 aprile, vale l’arresto definitivo della stagione della neve e rimette i giochi al prossimo inverno.
Il testo dovrebbe essere approvato in via definitiva lunedì 1 marzo, dopo un ultimo passaggio in Consiglio dei Ministri.

CINEMA, TEATRI, CONCERTI, EVENTI DI SPETTACOLO
il blocco delle strette, in carica fino al 6 aprile, vedrà però una data spartiacque. Stando al contenuto della bozza, a partire dal 27 marzo, il mondo della cultura e dello spettacolo tornerà ad aprire le porte al pubblico. Sale cinematografiche, teatrali, concerti; tutto sarà consentito nel rispetto rigoroso delle normative di distanziamento. E se restano vietati gli eventi che implichino assembramenti o che non consentano di assicurare il rispetto delle misure di prevenzione, è vero anche che si rende necessaria l’approvazione da parte del MIBAC e del CTS di nuovi protocolli per alleggerire il rischio di contagio.

SCUOLE SECONDARE DI SECONDO GRADO
La cabina di regia si riserva di intervenire sull’attuale schema di gestione della didattica in presenza al 50% nel caso in cui il CTS valutasse al limite l’allarme delle varianti. La bozza, nel frattempo, spiega che “le istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado – si legge – adottano forme flessibili nell’organizzazione dell’attività didattica ai sensi degli articoli 4 e 5 del decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275, almeno al 50 per cento e fino a un massimo del 75 per cento della popolazione studentesca delle predette istituzioni sia garantita l’attività didattica in presenza. La restante parte dell’attività didattica è svolta tramite il ricorso alla didattica a distanza». Nel testo, di differente rispetto al precedente Dpcm, è inoltre riportato che «al fine di mantenere il distanziamento sociale, è da escludersi qualsiasi altra forma di aggregazione alternativa”.
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SPOSTAMENTI
Il principale differenziale rispetto al Dpcm in corso è nel regolamento delle visite dei non congiunti. L’attuale decreto stabilisce che: “con riguardo alle abitazioni private, è fortemente raccomandato di non ricevere persone diverse dai conviventi, salvo che per esigenze lavorative o situazioni di necessità e urgenza”. Questo passaggio non compare nel nuovo testo adottato dal governo, mentre restano “vietate le feste nei luoghi al chiuso e all’aperto, ivi comprese quelle conseguenti alle cerimonie civili e religiose”.
Lo spostamento verso le seconde case è consentito solo in zona gialla e arancio, espressamente al nucleo familiare e soltanto se la casa è disabitata.
Vietato infine ogni spostamento in entrata e in uscita tra i territori di diverse regioni o province autonome, salvi gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o da situazioni di necessità.