A partire dalla giornata di ieri, lunedì 7 giugno, l’Abruzzo ha avviato un processo di allentamento conforme ad una risposta numerica, in termini di valori manifesto del contagio regionale, estremamente positiva. La zona bianca è l’obiettivo ultimo delle restrizioni messe in atto dei mesi precedenti e dà l’idea della bontà dell’atteggiamento della cittadinanza da un lato, e degli effetti della campagna vaccinale dall’altro.
Di fatto si è intrapreso un percorso di rientro negli schemi abitudinari sociali e al tempo stesso di rilancio dell’economia; il che dà merito alla struttura sanitaria regionale, fortemente provata in epoca pandemica e leader nella gestione dell’emergenza.
“La pressione sui reparti si è allentata, un po’ come era accaduto l’anno scorso in questo stesso periodo. – Ha esordito il Primario del reparto di Malattie Infettive del San Salvatore dell’Aquila, il professor Alessandro Grimaldi – Al di là dei ricoveri continuiamo a seguire i pazienti Covid anche una volta tornati a casa. Ma il quadro generale è sensibilmente migliorato. La principale nota differenziale rispetto a un anno fa è senza dubbio l’entrata in gioco del vaccino. Oggi la prospettiva è totalmente diversa, abbiamo immunizzato una parte della popolazione e questo ci mette nella condizione di gestire una condizione di stabilità della pandemia, per lo più con casi sporadici”.
E non solo il sostegno fondamentale della campagna vaccinale, anche un atteggiamento diverso da parte delle giovani generazioni che, in questo momento storico, stanno giocando un ruolo chiave.
“Un anno fa abbiamo dovuto attestare un fattore di contagio evidente nel comportamento spesso scorretto dei più giovani, la cui asintomaticità si è ripercossa all’interno delle mura domestiche. I ragazzi sono stati i super untori della scorsa estate. Oggi il loro apporto si trasforma in positivo. Hanno capito in buona parte l’importanza dei dispositivi personali e del distanziamento. Hanno partecipato in quantità rilevante alla prenotazione alla vaccinazione, e questo non è un segnale da poco”.
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In attesa di conoscere i dati relativi alla partecipazione alla campagna vaccinale della fascia di età compresa tra i 16 e i 39 anni, abbiamo chiesto al professor Grimaldi quale potrebbe essere l’iter di richiamo al vaccino per coloro che hanno completato la somministrazione, in ottica futura. Sarà necessaria una dose ogni anno come accade per il classico vaccino influenzale stagionale?
“Non siamo ancora in grado di rispondere a questa domanda. E’ tutto in divenire. Abbiamo contezza ad esempio, stando ad alcuni articoli scientifici, che quei pazienti che sono guariti da una forma virale medio-lieve hanno sviluppato una copertura immunitaria molto lunga. Vi è poi uno studio circa l’incremento di potenzialità protettiva della commistione di due vaccini diversi. Di certo – ha concluso il Primario Grimaldi – l’evoluzione della tenuta del vaccino all’interno dell’organismo andrà tenuta sotto controllo”.
Foto de Il Centro