L’Aquila. Eppure non dovrebbe fare ridere. Non al Quirinale. Lo spoglio successivo alla prima votazione per l’elezione del nuovo presidente della Repubblica sa di grottesco. In mezzo a una marea di schede bianche (672), finalizzate ad andare al turno successivo per consentire a partiti e larghe intese di adottare le strategie elaborate in questi mesi, sono emersi anche nomi che nulla hanno a che fare con la vita politica del paese. Come anche alcuni esponenti che siedono tra i banchi del Parlamento, qualcuno potrebbe obiettare. E avrebbe anche ragione.
Ma Amadeus e Bruno Vespa, così come anche Alberto Angela e Giuseppe Cruciani, non sono stati democraticamente eletti dal popolo affinché tutelino i loro interessi nella massima assise istituzionale. Eppure qualcuno ha scritto il loro nome sulle schede. Un gesto certamente ilare e indubbiamente innocuo, che potrà strappare qualche sorriso e sciogliere la tensione di questi giorni, ma che risulta comunque essere fuori luogo. Il web, infatti, non perdona. A leggere i commenti sulle piazze virtuale si evince una forte contrarietà a questo modo di fare.
“Siete pagati per lavorare seriamente, non per fare i cabarettisti”, “Non fa ridere”, “Siate seri”, “l’Italia è in piena crisi e ci si diverte a giocare in Parlamento”, sono solo alcuni dei commenti che si possono leggere. Altri, più pesanti e insultanti, si possono solo immaginare.
Lontano dal fare demagogia spicciola, appare però scontato sottolineare la leggerezza con la quale, con lucida premeditazione, l’approccio al primo turno di queste votazioni sia stato piuttosto leggero da parte dei nostri rappresentanti. Le strategie e i dialoghi hanno mirato, fin dal primo istante, a giocare al ribasso con i numeri, al punto da far chiedere ai più se la formula vigente per eleggere il presidente della Repubblica sia ancora corretta. Alcuni hanno comunque espresso una preferenza: l’ex giudice Paolo Maddalena è stato il più votato (36 voti) e ha preceduto addirittura il presidente uscente, Sergio Mattarella (16 voti). Oggi il secondo appuntamento con l’election day.
Foto: Adnkronos