L’Ema ha dato il via libera al vaccino Janssen creato nei laboratori della Johnson & Johnson dichiarando che i dati sul prodotto americano sarebbero solidi e soddisferebbero i criteri di efficacia, sicurezza e qualità. La notizia è arrivata poche ore dopo il ritiro in via precauzionale del vaccino AstraZeneca da Danimarca, Norvegia e Islanda. In Italia è stato al momento sequestrato un lotto, ovvero l’ABV2856, che non è lo stesso che ha portato molti paesi al ritiro, tra cui anche l’Austria, Lettonia, Estonia e Lituania.
Il vaccino J&J rappresenta quindi il quarto vaccino raccomandato dall’UE e il primo ad essere usato come dose singola. “L’efficacia del prodotto – spiega l’Agenzia europea dei farmaci – è stata dimostrata in uno studio clinico che ha coinvolto oltre 44mila persone dai 18 anni in sù negli Stati Uniti, in Sudafrica e nei Paesi dell’America Latina. A metà dei partecipanti è stata somministrata una singola dose di vaccino e all’altra metà un placebo. Lo studio ha rilevato una riduzione del 67% del numero di casi Covid sintomatici dopo 2 settimane nelle persone che hanno ricevuto il vaccino Janssen (116 casi su 19.630 persone), rispetto alle persone a cui è stato somministrato placebo (348 persone su 19.691). Questo significa che il vaccino ha avuto un’efficacia del 67%“.
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Le caratteristiche del vaccino
A differenza di Pzizer, AstraZeneca e Moderna, il vaccino J&J viene iniettato in una sola dose. Ne derivano quindi dei vantaggi in termini di tempi e costi. Interessante anche la modalità di conservazione. Infatti, il vaccino della Johnson & Johnson può essere conservato per almeno tre mesi in un frigo normale, facilitandone l’uso e la distribuzione. Gli altri invece sono soggetti a particolari processi, devono essere trasportati e conservati a temperature bassissime, e hanno bisogno di una complessa catena del freddo per essere distribuiti in sicurezza.
Efficacia del vaccino
Il vaccino di J&J utilizza un comune virus del raffreddore, noto come adenovirus di tipo 26, per introdurre le proteine del Coronavirus nelle cellule del corpo e innescare una risposta immunitaria. Nella fase 3 di sperimentazione è stato testato su 43.783 soggetti appartenenti a diverse fasce d’età e differenti Paesi del mondo. Il 44% dei partecipanti proveniva dagli Stati Uniti, il 41% dall’America centrale e meridionale e il 15% dal Sud Africa. L’efficacia media raccolta da questi test portati avanti in parallelo è stata del 66%. Una percentuale che invece è salita all’85% nei casi gravi di infezione, al 100% nella prevenzione dei casi di morte.
Funzionamento del vaccino
Il vaccino della Johnson & Johnson è un vaccino a vettore virale. Per crearlo, i ricercatori hanno usato un adenovirus innocuo e hanno sostituito una piccola porzione delle sue istruzioni genetiche con geni della proteina Spike del Sars-Cov-2, quella che permette di entrare nelle cellule e infettarle. Iniettato il siero lo stesso stimolerà il sistema immunitario a produrre anticorpi e attivare le cellule T (globuli bianchi) per bersagliare il virus qualora la persona dovesse essere esposta alla malattia. L’adenovirus contenuto nel vaccino non può riprodursi e non causa malattie. La tecnica utilizzata non è nuova. Johnson & Johnson ha usato un metodo simile per produrre il suo vaccino contro l’ebola e anche il vaccino contro il covid-19 di AstraZeneca-Oxford.
Johnson & Johnson in Italia
Al nostro Paese spettano 27 milioni di dosi entro la fine dell’anno, a frazioni trimestrali. Secondo quanto si apprende dall’Agi, si dovrebbe tenere in giornata una riunione della Commissione tecnico scientifica dell’Aifa per l’approvazione e le indicazioni per la distribuzione del vaccino Johnson & Johnson in Italia. “Ora abbiamo uno strumento in più per combattere Covid-19. Uno strumento particolarmente utile perché si tratta del primo vaccino monodose” – ha dichiarato il ministro della Salute, Roberto Speranza – “Manteniamo alta l’attenzione di tutte le istituzioni sanitarie, italiane e internazionali, sulla sicurezza e sulla sorveglianza. Sono i vaccini la chiave più importante per vincere la sfida contro la pandemia”. Il vaccino prodotto da Jannsen, infatti, risulterà determinante nel coprire la domanda nazionale nel piano vaccinale che ha come obiettivo quello di raggiungere una copertura di oltre 20 milioni di persone vaccinate entro l’estate.
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