L’Abruzzo è tra le regioni dove è stata superata la soglia critica relativa ai ricoveri nelle unità di terapia intensiva. È’ quanto emerge dal monitoraggio realizzato dall’Agenas (Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali) aggiornato al 7 marzo, che mostra, rispetto ai dati del primo marzo, una crescita del 4% a livello nazionale e due regioni in più oltre soglia.
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L’occupazione dei posti letto in terapia intensiva da parte dei pazienti Covid torna a raggiungere, a livello nazionale, il 29%, un punto sotto la soglia che viene definita critica. Quando si supera quella percentuale si raggiunge un livello “critico”, per cui una volta superato quel range diventa difficile garantire l’assistenza ad altri pazienti non Covid. Le 11 regioni che superano il 30% sono, oltre l’Abruzzo al 40%, le Marche (42%), il Molise (49%), la PA di Bolzano (38%), la PA di Trento (53%), il Piemonte (32%), la Toscana (34%), l’Umbria (58%).
In Abruzzo, dove ieri si sono registrati 273 casi in più di positività al coronavirus, la situazione risulta al limite anche con riferimento all’occupazione dei posti letto da parte dei pazienti Covid in reparti ospedalieri di malattie infettive, pneumologia e medicina generale. A livello nazionale la quota sale al 33%, al di sotto ancora di quella critica del 40%, ma con 3 punti percentuali in più rispetto ai dati del primo marzo. Sono 7 le regioni in cui tale percentuale viene superata, 2 in più rispetto la scorsa settimana. Oltre l’Emilia-Romagna (45%), la Lombardia (44%), le Marche (52%), il Molise (43%), il Piemonte (40%) e l’Umbria (50%), c’è anche l’Abruzzo con il 43%.
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Questi dati non fanno ben sperare circa l’adozione di restrizioni più flessibili sia in Abruzzo sia nel resto del Paese, tutt’altro. Dopo la chiusura delle scuole abruzzesi dello scorso 27 marzo e la trasformazione in zona rossa, prima di alcuni comuni del teramano, poi dell’aquilano, da parte del presidente Marsilio, si attende una nuova stretta da parte del Governo che sarebbe intenzionato ad intervenire di nuovo.
Secondo il Corriere si starebbe valutando l’ipotesi di estendere il divieto di circolazione, ora fissato dalle 22 alle 5, anticipandolo di due o tre ore. Si valuta anche il lockdown solo nei fine settimana, per impedire quel che resta della movida. L’altra possibilità su cui si lavora è la serrata dei negozi almeno dove sono chiuse le scuole. Questo per evitare che i ragazzi facciano le lezioni scolastiche da casa al mattino e al pomeriggio si ritrovino nei centri commerciali, col rischio di assembrarsi e contagiarsi a causa della variante inglese che – secondo gli esperti – prediligerebbe le fasce più giovani.
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