L’Aquila. La storia del Lago Fucino, il latifondo Torlonia, l’amministrazione del Principe, l’avvicendarsi dei Principi Torlonia, e infine le lotte contadine. A portare in scena la storia della Marsica dai guerrieri all’epoca attuale, in 70 minuti di spettacolo, sarà il Teatro Lanciavicchio con “Il Principe”, i prossimi 13 e 14 novembre al Teatro Studio di Piazza d’Arti a L’Aquila.
Attraverso “Il Principe”, con la regia di Antonio Silvagni e dedicato al poeta e scrittore Romolo Liberale, il Teatro Lanciavicchio cerca di dare il suo contributo per la creazione di uno spazio destinato alla memoria di quello che fummo non per ‘amarcord tardofolkoristici’, ma per determinare una base storica e culturale che ci conduca verso un ‘oggi possibile’.

Lo spettacolo, realizzato nell’ambito dell’ultima fase del Progetto MEMORIA (un’ area di ricerca, inchiesta e sperimentazione che il Teatro Lanciavicchio ha elaborato a partire dal 2001 sui temi della storia collettiva e del patrimonio culturale immateriale del territorio abruzzese) attraversa due secoli: dal prosciugamento del Lago Fucino, all’avvicendarsi della dinastia Torlonia nel latifondo, il terremoto, le guerre mondiali e le lotte contadine degli anni ’50. Quadri di memoria che richiamano mitologia e leggende di un lago scomparso e gli uomini e le donne che hanno abitato e cantato questa terra.
SINOSSI
La memoria del nostro computer si può formattare, ripulire, cancellare. Eppure quello che è stato, quello che ha visto, quello che ha vissuto, lascia delle tracce. Anche la nostra memoria di donne e uomini contiene anche a nostra insaputa immagini, accadimenti, luoghi, che si sedimentano in qualche angolo e magari riemergono inaspettatamente sorprendendoci. La memoria collettiva di un territorio può invece subire delle amnesie che determinano una cesura completa con il proprio passato, le proprie radici e che diventano con il passare del tempo rimozioni definitive.
La Marsica: in una terra che come nessun’altra ha subito cambiamenti radicali negli ultimi 150 anni: il prosciugamento del lago Fucino, il terremoto del 1915, la guerra e le lotte contadine degli anni ’50, eventi che hanno portato all’attuale assetto del nostro territorio. Eppure di tutto questo non c’è traccia visibile… A 100 anni dal terremoto della Marsica, a meno di 60 anni dalle lotte contadine, in un territorio dove per dirla con Silone “non succede mai niente”, poco o nulla è rimasto nella memoria collettiva, la piazza degli eventi in poco tempo è stata completamente ripulita, risciacquata, candeggiata e ammorbidita, tanto da non lasciare trapelare niente del suo passato. Tanto sangue, tante urla, tante imprecazioni, tanta gioia, tanta lotta, tanta passione non hanno lasciato tracce.
Ci è stato regalato un passato bucolico, fatto di incomprensibili sofferenze e romantici rapporti: un passato ripulito dai sentimenti. E nel tempo che il nostro spettacolo offre, lo spazio asettico della memoria edulcorata viene profanato non per ricordare, ma per chiedere… perchè? Una terra dove non succede mai niente, ma quando succede… è… esagerato.
