L’Aquila. Per assegnare la Cittadinanza Onoraria a Liliana Segre sarebbe stata sufficiente la motivazione più breve, più semplice e più bella. Bastava scrivere:
- Vista la Costituzione della Repubblica italiana frutto della guerra di Liberazione dal nazi-fascismo e fondata sui valori di pace, libertà, eguaglianza e giustizia sociale;
- richiamate le motivazioni con cui il Presidente della Repubblica la nomina Senatrice a vita;
- si conferisce la cittadinanza onoraria a Liliana Segre, vittima delle Leggi razziali del Fascismo emanate in Italia nel 1938, prigioniera nel campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau, testimone vivente degli orrori della Shoah perché la storia non cada nell’oblio.
E invece, il Sindaco dell’Aquila, nonostante il Consiglio comunale avesse già approvato una Mozione il 12 febbraio 2020, ha deciso di scrivere ieri una nuova, incomprensibile Delibera.
Nelle nove pagine del provvedimento sembra che non si stia parlando della storia d’Italia, della guerra, dello sterminio degli Ebrei, delle Leggi razziali del fascismo che condannarono la Segre bambina a una feroce prigionia a cui è miracolosamente scampata e condannarono con lei migliaia di persone – ebrei, rom, oppositori politici, omosessuali, disabili – alla tortura e alla morte.
Non esistono campi di concentramento, la violenza, la fame a cui il ventennio costrinse gli italiani.
Nelle nove pagine del provvedimento si parla vagamente e ipocritamente di “regimi totalitari” europei, si citano prevalentemente i crimini del comunismo e quasi di passaggio quelli del nazismo.
E mai – MAI – si nomina il fascismo, il regime responsabile delle sofferenze della Segre, che è stata la pagina più vergogna, vile e crudele di cui l’Italia si è macchiata nella sua storia.
L’assurda ricostruzione e l’alterazione della verità di questa Delibera, avviene a pochi giorni dal riemergere della violenza fascista che ha assaltato la sede della CGIL, richiamando alla memoria i fatti che anticiparono l’ascesa di Mussolini e la dittatura del ventennio.
Eppure, con indifferenza e a sfregio della circostanza che richiedeva ben altro rispetto per la figura di Liliana Segre, il Sindaco dell’Aquila vuole riscrivere la storia d’Italia e, tra negazionismo e revisionismo, ignora i crimini del fascismo (parola che proprio non riesce a pronunciare) e nella motivazione usa una formula che finisce per disconoscere la vita della Segre, la sua lunghissima silenziosa sofferenza e poi la sua scelta coraggiosa di raccontare la ferocia nazifascista.
Una onorificenza così solenne – che deve riconoscere il valore storico e umano di chi la riceve – spetta al Consiglio Comunale che ha già votato una Mozione e che l’ufficio di Presidenza deve tradurre in atti d’intesa con i Capigruppo: perciò la Delibera 443/2021 è irricevibile anche sul piano procedurale.
Il Sindaco ritiri la sua Delibera: Liliana Segre, vittima del fascismo, è testimone dei valori di dignità, civiltà e umanità: ed è così che merita di essere onorata come cittadina dell’Aquila.
ANPI L’Aquila
Americo Di Benedetto, Emanuela Iorio, Tonino Nardantonio, Elia Serpetti (Il Passo possibile); Stefano Palumbo, Stefano Albano (Partito Democratico); Paolo Romano, Elisabetta Vicini (Italia Viva); Giustino Masciocco (Articolo1); Annalucia Bonanni (Coalizione sociale); Lelio De Santis (Cambiare insieme); Angelo Mancini (Sicurezza Lavoro); Edlira Banushaj (Consigliera straniera);
CGIL, Bottega Futuro, ARCI provinciale e Circolo Querencia, Movimento giovanile della Sinistra, Partito Democratico, LIBERA, Rifondazione comunista, L’Aquila coraggiosa, Casematte/3e32, Potere al popolo, ANPPIA.