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Cinque anni fa il terremoto di Amatrice: lacrime e dolore, ma è ancora tutto fermo

Federico FalconebyFederico Falcone
24 Agosto 2021
in Dossier
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L’Aquila. Sono passati cinque anni dal terremoto di Amatrice. Erano le 3.36 della notte tra il 23 e il 24 agosto 2016 quando una scossa del sesto grado della magnitudo Richter devastò il borgo. Per un tragico e maledetto scherzo del destino, l’orario è coincidente con il sisma dell’Aquila del 2009. Un ricorso storico che ancora oggi grida dolore, lacrime e sofferenza. Furono 303 i morti, 300 dei quali morti sotto le macerie. Più di 40mila gli sfollati suddivisi tra Umbria, Lazio, Abruzzo e Marche, con 140 comuni direttamente colpiti. Fa rabbia constatare come non sia cambiato molto a distanza di cinque anni. La ricostruzione è lontana, ad ora si vede solo la grande dignità di coloro che provano a ripartire con coraggio e orgoglio pressoché infinito. Ma la svolta no, quella non c’è stata. E tarda, drammaticamente, ad arrivare.

Questo il ricordo della deputata del Partito Democratico e responsabile del Pd per i terremoti, Stefania Pezzopane.

“Sarò oggi ad Amatrice come 5 anni fa, era il 24 agosto 2016. E chi dimentica quella giornata? Accorremmo da L’Aquila, per portare aiuti. E le notizie da Montereale, Capitignano, Cagnano, Crognaleto, Teramo, da tutto il CentroItalia erano di nuovi crolli. Fu terribile la scossa, di notte, nel sonno, come il 6 aprile 2009. Furioso fu il terremoto e distruttivo. Rammento i volti affranti, le sirene, la protezione civile, i volontari, i vigili del fuoco. Oggi ricordiamo quelle ore tremende, quelle vite che non ci sono più, ci stringiamo a questa comunità ferita in Abruzzo, Lazio, Marche ed Umbria. E poi in Abruzzo un cratere nell’altro cratere, purtroppo nell’Alto Aterno e nel Teramano fu distrutto dove si era appena iniziato a costruire”.

“>Leggi anche: Soppressione Tribunali Minori, ha inizio oggi la protesta del digiuno

“Il 24/9 inizia un calvario lungo 5 anni che si intreccia con l’altro del 2009, lungo 12 anni. Dopo tanto lavoro, superati errori ed incertezze, vediamo la luce. Abbiamo fatto un enorme lavoro con il governo ed in Parlamento, dotando il cratere di una normativa avanzata come non mai. Sono stata relatrice del Decreto sisma durante il Governo Conte 2 e proprio da lì è iniziata la rivoluzione normativa con l’autocertificazione che ha consentito al commissario Legnini, nominato subito dopo, di procedere con le innovative ordinanze. Abbiamo inserito importanti norme di semplificazione delle procedure per il doppio cratere, per la conformità urbanistica, per l’edilizia pubblica, inserito il sismabonus sostitutivo del contributo, stabilizzato i lavoratori precari, rifinanziato la ricostruzione pubblica e privata, inserita la Zes ed il credito d’imposta per le imprese, approvato il Contratto istituzionale di sviluppo, finanziato università e Centri di ricerca, sostenuto progetti culturali per rivitalizzare i borghi ed altro ancora”.

“Ogni provvedimento legislativo, emendamenti, proposte, e passi avanti. Ed ora inizia la grande sfida del PNRR. Ho l’orgoglio di aver vinto una bella battaglia inserendo il fondo di 1 miliardo e 780 milioni per le aree terremotate del 2009 e del 2016/17. Prezioso il si di Conte e poi con il Presidente Draghi la conferma delle risorse nel Fondo compensativo PNRR. Con un emendamento ho poi costruito la governance che fa capo al Commissario Legnini e che coinvolge sindaci, regioni, strutture dello Stato per programmare le risorse ed indirizzarle verso i settori produttivi trainanti, le infrastrutture, il turismo sostenibile, le imprese, la cultura e la formazione. Fare presto, fare bene, uscire insieme da terremoto e pandemia. Per l’Appennino centrale è una occasione storica, di rinascita vera. Perché quello che abbiamo perso sia ricostruito meglio di prima, perché ci sia sviluppo dove prima c’era spopolamento ed abbandono”.

“Con il sismabonus e con CasaItalia si stanno adottando giuste iniziative per prevenire il danno conseguente al sisma. La prevenzione è la vera cura ed anche su questo ci siamo mossi come mai accaduto prima. Ma in questa giornata il nostro pensiero più grande è a chi non c’è più ed alle loro famiglie. I morti di Amatrice e dei territori colpiti. Ho presentato una proposta di legge per i familiari delle vittime del terremoto, spesso dimenticati ed ignorati. Prevedo un sostegno ed un accesso al lavoro per chi ha bisogno. È una legge giusta che va approvata entro l’anno. Chiedo al Presidente Draghi di appassionarsi a questa iniziativa ed a favorire, con il sostegno del governo, una legge di civiltà che riconosce le responsabilità dello Stato e non abbandona chi ha perduto tutto. Ad Amatrice oggi, con amore, nel ricordo di tutte le vittime dei terremoti e con la speranza e la forza di ricostruire tutto più bello e resistente di prima”.

Leggi anche: Ludicando Street Game: il centro estivo diffuso che ha entusiasmato i più piccoli

Tags: evidenzaStefania Pezzopaneterremoto 2016terremoto amatriceterremoto amatrice stefania pezzopane

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Federico Falcone

Federico Falcone

Laureato in giurisprudenza, è giornalistica pubblicista iscritto all'Odg Abruzzo

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