Si allunga la scia delle polemiche in merito alla chiusura delle scuole di ogni ordine e grado da parte del presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio. L’ordinanza firmata nel pomeriggio di venerdì ha suscitato le ire delle famiglie e dei sostenitori della didattica in presenza quale condizione chiave per l’apprendimento. Dopo la nota a firma dell’amministrazione di Avezzano, si è espresso anche il presidente dell’Uncem regionale, Lorenzo Berardinetti.
“Sulla gestione delle scuole primarie la Regione Abruzzo dia ai sindaci la facoltà di decidere”. Questo l’appello di Lorenzo Berardinetti, ha rivolto al presidente della Regione, Marco Marsilio, alla luce dell’attivazione della didattica a distanza per le scuole di ogni ordine e grado a partire dalle primarie.
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“In Abruzzo ci sono Comuni del territorio regionale dove si registrano decine e decine di contagi anche tra gli alunni delle scuole”, precisa Berardinetti, “ma ci sono anche Comuni dove i positivi sono pochissimi e le lezioni potrebbero svolgersi senza alcun problema come è stato fatto fino a pochi giorni fa. Capiamo la prevenzione e l’attenzione massima che va riservata in questo periodo alla lotta contro il virus ma la chiusura delle scuole primarie e attivare per bambini dai 6 ai 10 anni la Dad è controproducente sia per le famiglie, sia per gli alunni stessi”.
Secondo Berardinetti “il presidente Marsilio deve dare ai sindaci, in qualità di autorità sanitaria locale, la possibilità di scegliere se tenere aperte o chiuse le scuole primarie tenendo in considerazione fattori importanti come la zona di appartenenza (rossa o arancione) e la situazione dei contagi nei singoli Comuni. Ho parlato con mamme e papà disperati perché devono recarsi al lavoro e non sanno come organizzarsi con i bambini nonostante l’impegno massimo delle scuole e dei docenti nella didattica a distanza. I nostri ragazzi stanno perdendo un pezzo della loro vita, non priviamoli anche della scuola che ha offerto fino a ora lezioni in sicurezza in ambienti sanificati e sicuri”.