L’Aquila. Venne definito “il regalo di Natale più bello“, quello contenuto dentro al furgone che lo scorso 25 dicembre attraversò la frontiera del Brennero per portare all’ospedale Spallanzani di Roma le prime dosi del vaccino Pfizer. Quasi 10mila – 9.750, per la precisione – furono i primi sieri che l’Italia riuscì a reperire, scortati dai veicoli delle forze dell’ordine e seguite, metro dopo metro, da centinaia di giornalisti e telecamere tricolori. Venne allestito una sorta di “The Truman Show” del vaccino, con dirette televisive su emittenti nazionali e internazionali e milioni tra articoli e post condivisi nei principali social network. L’interesse, come la curiosità, era notevole. Ad alimentarsi la speranza della cosiddetta luce in fondo al tunnel.
A distanza di otto mesi è tutto cambiato, il vaccino somministrato non fa più notizia e la routine quotidiana fatta di bollettini contenenti i numeri di contagi, morti e guariti dal Covid-19 si è arricchito di un nuovo dato, quello delle dosi di vaccino somministrate nell’arco delle ultime 24h. Oltre al Pzifer-Biontech, il mercato del farmaco ha spalancato le porte anche all’Astrazeneca – che ha cambiato nome in Vaxzevria – Moderna e Johnson&Johnson. Tranne che per l’ultimo, in Italia è prevista la doppia somministrazione a intervalli di tempo ben definiti. Per ognuno di loro non sono mancate le polemiche, casi di cronaca e dubbi circa l’efficacia e la necessità di inoculazione. Tra detrattori e sostenitori della campagna vaccinale lo scontro è costante e reiterato. Complottismi e fake news fanno il resto. Ad ora, però, non si ha contezza di esseri umani diventati ripetitori 5G.
In Abruzzo la campagna vaccinale era partita a rilento ma il cambio del Commissario straordinario per l’emergenza Covid-19 (si ricorderà l’avvicendamento tra Domenico Arcuri, letteralmente silurato dal nuovo premier Mario Draghi, e il generale Francesco Paolo Figluolo) ha dato una mano a sbloccare una fase critica. Nel mentre si cercava di dare impulso alla vaccinazione di massa, la regione era alle prese con emergenze su emergenze, tra zone rosse infinite (soprattutto nella Marsica) e urgenza di attrezzare in rapida successione postazioni su postazioni dove effettuare i vaccini. Se si esclude il periodo che va da maggio in avanti, con un oggettivo cambio di rotta che ha prodotto risultati soddisfacenti, l’Abruzzo, a cavallo tra l’autunno e la primavera, ha faticato non poco.
Siamo ufficialmente entrati nella fase in cui il vaccino ha mutato la sua capacità comunicativa, evolvendosi in necessità impeccabile per vivere una quotidianità più o meno normale. Dal 6 agosto, infatti, il green pass è paragonabile a un lascia passare, a un documento extra alla carta d’identità o alla tessera sanitaria o al codice fiscale, con il quale esercitare il proprio diritto di vivere senza “restrizioni”. In soldoni: un’iperbole atta a riflettere sullo stravolgimento di una realtà dove l’approvvigionamento dei vaccini era oggetto di show televisivo – con annesso autoincensamento da parte di coloro i quali ne erano artefici- a una dove l’inoculazione del medesimo vaccino avviene anche prima di eventi pubblici, immediatamente a ridosso degli stessi. Un radicale cambio di rotta, insomma, determinato dalle circostanze del momento e dallo scrollarsi di dosso la solennità, mista ad avvenimento irripetibile, quasi etereo, dell’atto della vaccinazione.
L’Aquila si prepara alla 727esima edizione della Perdonanza. Da lunedì 23 a lunedì 30 agosto turisti, visitatori, fan degli artisti che si esibiranno e cittadini comuni potranno vaccinarsi anche senza prenotazione. In questi giorni, in tutta la provincia aquilana, dalle 10 alle 13, si potranno effettuare vaccinazioni senza prenotazione e a prescindere dall’età. Quella della Perdonanza è un’occasione per testare il ritorno del pubblico ai grandi eventi all’aperto ma anche un banco di prova per rilanciare il settore della cultura che, col ritorno del freddo e l’impossibilità di fare attività all’aperto, sarà in grandissima difficoltà nell’esercitare la propria attività al chiuso. Uno sguardo al futuro, dunque, dettato dalle necessità del momento ma anche dall’audacia di strutturare un’organizzazione capace di rispondere alle esigenze di migliaia di persone oltre che ai paletti imposti dalle normative a tutela della sanità pubblica. Sono, poi, più di 2.000 i tamponi antigenici disponibili presso alcune farmacie del Comune che – attenzione – verranno concessi gratuitamente a chi li richiederà per poter assistere agli eventi. Anche a coloro che non hanno ancora il green pass.