Si è tenuta ieri la conferenza stampa di presentazione dell’ambizioso progetto a tinte rosa che punta a tracciare il nuovo sentiero del calcio femminile. Il valore dell’impegno assunto dalle istituzioni sportive regionali abruzzesi è condiviso con la commissione per le pari opportunità, in rappresentanza della quale ha presieduto l’evento a distanza la presidente Maria Franca D’Agostino. Presenza rivelatrice dell’ampio ventaglio di obiettivi fissati entro il prossimo quadriennio.
Non solo sport, non solo calcio, non solo il richiamo al professionismo di settore. La credibilità di cui ha diritto la quota femminile è legata ad un processo ancora in evoluzione di equiparamento di genere. “Questione di cultura”, non a caso il progetto a firma della Lega Nazionale Dilettanti d’Abruzzo coltiva il proposito di sostenere, mediante uno sport notoriamente maschile, l’abbattimento degli stereotipi sessisti.
“Siamo nel pieno di importanti cambiamenti, a partire dai top club di serie A, che hanno cominciato ad investire nel calcio femminile in maniera considerevole. E’ cambiata la visibilità mediatica e in particolar modo televisiva. Una cultura di accettazione e condivisione è stata alimentata in occasione dello scorso mondiale 2019. Le ragazze hanno conquistato il cuore degli italiani e da li hanno creato la base per un salto. Le stesse donne devono essere più invogliate, più sicure. Non devono sentirsi delle outsiders e non devono vivere la scelta di percorrere un sentiero di professionismo sportivo come un atto di coraggio. Ci vogliamo inserire in questa nuova fase, così da creare in Abruzzo una generazione di calciatrici. Diffondiamo una cultura sana che possa partire dallo sport”. E’ quanto dichiarato in apertura di conferenza da Ezio Memmo, presidente della Lega Nazionale Dilettanti Abruzzo. Poi il secondo intervento di giornata, quello della presidente della Commissione regionale per le pari opportunità, Maria Franca D’Agostino.
“Gli stereotipi sessisti sono ancora molto presenti. Tra le prime squadre femminili della storia vi è quella nata in Inghilterra nel 1917, chiamata donne di Kerr, Kerr’s Ladies, fondata dalle operaie della Dick, Kerr & Co. di Preston, dove lavoravano alla produzione di munizioni, ai tempi della prima guerra mondiale. Nel ’21 il governo britannico interruppe la loro attività, definendole pubblicamente inadatte. Poco dopo Mussolini avrebbe fatto lo stesso in Italia, motivando il divieto con la ragione che giocare a calcio per le donne significasse compromettere capacità riproduttiva. Oggi ancora esistono storie di forte discriminazione. Basta citare la disavventura di Laura Lugli, la pallavolista del Pordenone, citata dalla sua ex società per essere rimasta incinta e aver compromesso le sorti della squadra in campionato. Noi presidenti, impegnati nella lotta alle disparità, abbiamo inviato una lettera di protesta alle istituzioni. E’ inaccettabile che una donna al giorno d’oggi debba ancora scegliere tra l’essere mamma o una lavoratrice. Ben vengano tutte le iniziative volte all’abbattimento degli stereotipi. Il Comitato, sono certa, farà un ottimo lavoro per contrastare le disparità di genere”.

Di certo è stata messa a punto un’idea integrata del concetto di sviluppo. Stabilizzare il calcio femminile possibile e deve essere una priorità. Sarà fondamentale partire dalle bambine, dalle fasce giovanili. Da lì far nascere un movimento che si diffonda sul territorio creando una nuova mentalità.
“Mi occupo di pari opportunità da tanti anni, voglio mettere a disposizione il mio impegno anche per lo sport e per il calcio. – Ha esordito la dottoressa Laura Tinari, responsabile Calcio Femminile Abruzzo, nonché presidente Giovani Imprenditori Confindustria L’Aquila – I cambiamenti devono partire dal basso, ma è dal vertice che devono essere ispirati. Senza l’attenzione di Ezio Memmo non avremmo potuto immaginare un progetto tanto attenzionato e ricco di spunti. La strada è stata tracciata verso il professionismo. Dal 2022/23 il passaggio sarà reale. Oggi le giocatrici di calcio a 11 e di calcio a 5 devono considerarsi fortunate perché hanno dei modelli, hanno una prospettiva. Le ragazze della Nazionale si sono qualificate ai prossimi europei stravincendo la fase di qualificazione. Ispiriamoci a loro. Noi abbiamo chiari gli obiettivi: andare oltre gli stereotipi, oltre il concetto di inclusività. Le bambine devono poter esprimere in serenità la propria passione per il calcio”.
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“C’è poi l’aspetto della formazione, alla quale segue una corretta e attenta comunicazione. – Ha proseguito la dottoressa Tinari – Nulla esiste se non viene comunicato nella maniera giusta. Le esperienze vanno raccontate. Vanno rese pubbliche. Dobbiamo tenere alta l’attenzione e ampliare il bacino di quanti sono interessati al calcio. Creare senso di appartenenza. Parlarne serve ad incidere su una criticità evidente, vale a dire il reperimento degli sponsor per partecipare ai campionati. I brand possono e devono riconoscersi negli obiettivi del calcio femminile. Ci siamo posti l’obiettivo di creare una rete di alleati. Abbiamo avviato una serie di dialoghi con l’Università dell’Aquila, con la presidenza delle pari opportunità regionali, con gli uffici scolastici regionali. Il calcio femminile merita dirigenti preparati a tutti i livelli. Soprattutto in ambito dilettantistico. Dall’alimentazione alla prevenzione, alla salute. Sono argomenti che devono divenire il fulcro della preparazione nel contesto del calcio femminile. Sta a noi offrire i giusti strumenti. Tacchi e tacchetti è il titolo di un progetto sul quale stiamo lavorando. Una trasmissione sportiva dedicata al calcio femminile. I mezzi di comunicazione devono sostenere questo cambiamento. Vogliamo parlare degli aspetti tattico-tecnici. Perché il calcio femminile è calcio giocato. Infine un Contest fotografico. sfrutteremo il mezzo della fotografia per catturare momenti di agonismo vero”.

Infine l’intervento di Salvatore Vittorio, Responsabile Calcio a 5 Abruzzo. “Siamo lavorando per una vera e propria evoluzione del calcio femminile. Ci vogliamo mettere al servizio delle società, per fare qualcosa di importante e concreto. Questo progetto interessa le donne e vuole essere fatto idee, visione, di scoperta di un nuovo modo di concepire il calcio. Serve il contributo di tutti. Credo che una comunicazione attesa sia fondamentale per diffondere una cultura che valorizzi le diversità e abbatta gli stereotipi di genere. Questo è uno sport di e per tutti. Il movimento femminile del calcio a 5 in regione è ben rappresentato. Le nostre ragazze sono vincitrici del torneo delle Ragioni, è ben rappresentato. Affinché questo movimento abbia un’evoluzione è necessario che i giovanissimi maturino una mentalità fortemente paritaria. E in questo è importante il ruolo svolto dalle scuole”.